Il mondo della luna, libretto, Venezia, Graziosi, 1775

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino delizioso in casa d’Ecclitico, raffigurato nel mondo della luna, ove si rappresentano alcune stravaganze per deludere Buonafede.
 
 BUONAFEDE che dorme sopra un sofà di fiori; ECCLITICO travestito con abito capriccioso; ERNESTO ne’ suoi abiti
 
 ECCLITICO
 Ecco qui Buonafede
 nel mondo della luna. Egli ancor dorme;
 e quando sia destato
 esser non crederà nel mio giardino
650ma nel mondo lunare
 fra le delizie peregrine e rare.
 ERNESTO
 Già Flaminia e Clarice
 son del tutto avvisate.
 ECCLITICO
                                          Sol Lisetta
 sta un poco sdegnosetta ma non preme;
655con un'altra invenzione
 farò ch'ella si creda
 nel mondo della luna trasportata.
 Ella è da Cecco amata
 e acciò ch'egli aderisca alle mie voglie
660gli ho promesso che lei sarà sua moglie.
 ERNESTO
 Flaminia sarà mia.
 ECCLITICO
 E mia sarà Clarice.
 Oggi ciascun di noi sarà felice.
 Le macchine son pronte,
665son pronti i suoni e canti,
 cose che pareran prodigi o incanti.
 ERNESTO
 Ed io per esser pronto
 a sostener la mia caricatura,
 vado tosto a cambiar spoglie e figura. (Parte)
 
 SCENA II
 
 ECCLITICO e BUONAFEDE che dorme
 
 ECCLITICO
670Buonafede ancor dorme;
 tempo è di risvegliarlo.
 Con questo sal volatile
 sciogliendo i spirti che fissati ha l'oppio,
 in sé ritornerà. (Gli pone un vasetto sotto le narici)
 BUONAFEDE
675Flaminia...
 ECCLITICO
                       Zitto zitto.
 BUONAFEDE
 Ehi Clarice... Lisetta...
 ECCLITICO
 Ora si va svegliando.
 BUONAFEDE
                                         Eh! Dove sono? (Si alza bel bello)
 ECCLITICO
 Amico.
 BUONAFEDE
                 Olà, chi siete?
 ECCLITICO
 Che? Non mi conoscete?
680Non ravvisate Ecclitico?
 BUONAFEDE
                                              Voi quello?
 ECCLITICO
 Sì, quel son, son io.
 BUONAFEDE
                                      Ma dove,
 dove, amico, siam noi?
 ECCLITICO
 Dove la sorte tutti i beni aduna,
 nel bellissimo mondo della luna.
 BUONAFEDE
685Eh! Mi burlate?
 ECCLITICO
                                E non ve n'accorgete
 dallo splendor che fa più bello il giorno?
 Dall'aria salutar, da tanti fiori,
 dal bel terren fecondo?
 BUONAFEDE
 Oh che mondo ch'è questo! Oh che bel mondo!
 ECCLITICO
690Udite il dolce canto
 degl'augelli canori. (S’odono a cantare i rosignuoli)
 BUONAFEDE
 Son fuor di me, non so dove mi sia.
 ECCLITICO
 Udite l'armonia
 ch'esce dagl'arboscelli,
695agitata da' dolci venticelli. (Odesi un concertino piacevole)
 BUONAFEDE
 Che melodia! Che suoni! Oh che fortuna.
 Oh benedetto il mondo della luna.
 ECCLITICO
 Che ve ne par, vi siete sincerato?
 BUONAFEDE
 Ah sì; mi sono tutto imbalsemato.
700Ma sa l'imperatore
 ch'io qui son pervenuto?
 ECCLITICO
 A quest'ora egli già tutto ha saputo.
 BUONAFEDE
 Deh, andiamlo a ritrovar.
 ECCLITICO
                                                 Non è permesso
 con quell'abito andar innanzi a lui,
705s'egli non ve ne manda uno de' sui.
 Ma ecco che a noi vengono
 i paggi ed i staffieri. Il gran monarca
 vi manda da vestire adesso qua.
 BUONAFEDE
 Io resto di cacao, in verità.
 
 SCENA III
 
 Due paggi e due staffieri, che portano su due bacini gl’abiti da travestire Buonafede, e detti. Intanto che i paggi levano le sue vesti a Buonafede e lo vestono con gl’abiti capricciosi portati, ECCLITICO e BUONAFEDE cantano le seguenti strofe
 
 ECCLITICO
 
710   Uomo felice
 cui goder lice
 di questo mondo
 l'alta beltà.
 
    L'imperatore,
715per farvi onore,
 prove vi manda
 di sua bontà.
 
 BUONAFEDE
 
    Il ciel lo guardi
 sempre d'affanni;
720viva mill'anni
 con sanità.
 
 ECCLITICO
 
    Or che vestito
 siete e pulito,
 veder potrete
725sua maestà.
 
 BUONAFEDE
 
    Il ciel lo guardi
 sempre d'affanni;
 viva mill'anni
 con sanità.
 
 A DUE
 
730   Che lieto giubilo,
 che dì godibile,
 che istante amabile,
 ch'è questo qua. (Partono i paggi ed i staffieri)
 
 BUONAFEDE
 Come avrò a contenermi?
735Quante gran riverenze avrò da fare?
 ECCLITICO
 Il nostro buon monarca
 non vuol adulatori. Egli è un signore
 ch'è tagliato alla buona e di buon core.
 BUONAFEDE
 Andiam. Non vedo l'ora di vederlo.
740Ma quanto in anticamera
 aspettar ci farà?
 ECCLITICO
                                 Qui in anticamera
 sospirar non si sente o bestemmiare.
 Ognuno puol entrare;
 ognuno puol andar dal suo sovrano
745e può baciargli il piè non che la mano.
 BUONAFEDE
 Che bella libertà.
 ECCLITICO
                                  Ma sarà meglio
 che vada ad avvisarlo;
 egli ha tanta bontà
 che per farvi piacer qui venirà.
 BUONAFEDE
750E la mia cameriera e le mie figlie
 quando verran da noi?
 ECCLITICO
 Fra poco innanzi a voi
 tutte tre le vedrete; anzi le donne
 hanno gran facoltade in quest'impero,
755perché va con la luna il lor pensiero.
 
    Le donne quando nascono
 principian dalla cuna
 i quarti della luna
 e i nomi ad acquistar.
 
760   Fanciulle son encatiche,
 proserpinose, nubili,
 sposate, semicintie
 e son Diane, vedove
 a caccia per andar.
 
765   Su dunque rallegratevi,
 perché le nostre femmine
 son nate già lunatiche
 né v'è da contrastar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 BUONAFEDE solo
 
 BUONAFEDE
 Che virtù! Che sentenze! In questo mondo
770se arrivo a conversar altre due ore
 della luna son già fatto dottore,
 orsù, frattanto che l'amico Ecclitico
 il nostro imperator corre a chiamare,
 io vo' per questi Elisi passeggiare. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Camera in casa di Buonafede.
 
 CLARICE, FLAMINIA ed un servitore con un viglietto
 
 CLARICE
775Dunque il signor Ecclitico
 questo viglietto a me pressante invia? (Servo accenna di sì)
 FLAMINIA
 Che scrive orsù sentiam, sorella mia.
 CLARICE
 Aspettate. E mio padre,
 dimmi, che fa? Dorme fors'egli ancora? (Accenna di no)
 FLAMINIA
780Crede che quel giardino
 sia della luna il mondo? (Di sì)
 CLARICE
                                               Ha mai di noi
 parlato qualche volta? (Come sopra)
 FLAMINIA
                                            Di Lisetta,
 dimmi, talor favella? (Come sopra)
 CLARICE
 Presto leggiam.
 FLAMINIA
                               Leggete pur, sorella.
 CLARICE
785«Clarice, anima mia, (Leggendo)
 senza dimora alcuna
 nel mondo della luna
 di venir con Flaminia v'accingete;
 e a Lisetta l'arcan cauta tacete».
790Presto, Flaminia cara,
 d'Ecclitico alla casa
 prepariamci d'andar; e mentre io vado
 a risponder due righe al caro bene,
 voi procurate intanto
795la stanza dello scrigno di serrare;
 acciò che là Lisetta
 non possa far con noi qualche vendetta.
 FLAMINIA
 No, che non dite mal.
 CLARICE
                                          E pure gl'uomini
 dir voglion che noi femmine
800siamo di testa debole;
 ma molto affé s'ingannano.
 Per malizia e saper quando vogliamo
 sugli occhi propri lor ce la facciamo.
 
    Giovinotti furbacchiotti,
805se di vincerci credete
 scioccarelli tutti siete,
 non vi state a lusingar.
 
    Siamo donne e tanto basta;
 siam di pasta troppo fina
810ma d'un misto di farina
 troppo dura da mangiar. (Parte col servitore)
 
 FLAMINIA
 Purtroppo dice il ver. Siamo noi donne
 una specie così d'argento vivo.
 Di qua, di là, per tutto entrar vogliamo
815e a modo nostro alfin sempre facciamo. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Giardino di prima.
 
 BUONAFEDE, indi CECCO ed ERNESTO
 
 BUONAFEDE
 Gran delizie son queste!
 Che mondo! Che stupor! Qui da per tutto
 spira gioia e piacer. Sono insensato,
 son confuso, stordito;
820e alla luce del dì par ch'or sia uscito.
 Zitto, parmi sentir... Oh quanta gente!...
 Che vuol dir!... Che sarà!...
 Ma può darsi che sia sua maestà. (A suono di sinfonia viene un carro trionfale tirato da quattro uomini bizzarramente vestiti e sopra il carro Cecco vestito da imperatore e a’ piedi sul medesimo Ernesto vestito all’eroica con una stella in fronte; e giunto che sarà il carro alla metà della scena scende Ernesto, indi aiuta a scendere Cecco con affettata sommissione. Buonafede resta in osservazione con sorpresa e meraviglia)
 BUONAFEDE
 Umilmente m'inchino
825a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi
 che indrizza i suoi saluti
 alla maestà nostra e non a noi?
 BUONAFEDE
 Perdoni, io fo all'usanza
 del mondo sublunar, dove son nato.
 CECCO
830Sì sì, son informato
 che là nel vostro mondo
 trionfa l'albagia
 né di titoli mai v'è carestia.
 BUONAFEDE
 Dice ben... Ma che vedo!
835Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V'ingannate.
 Io stella sono ed Espero m'appello;
 e quando il cielo imbruna
 esco primiera a vagheggiar la luna.
 BUONAFEDE
 Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
840certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
 che nella nostra corte abbiamo noi
 un buffon che somiglia tutto a voi.
 BUONAFEDE
 Oh grazie, maestà, del paragone
845ma io per dirla a te non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BUONAFEDE
 Cappari! Egl'è informato!
 CECCO
                                                  Or, che vi pare?
 Vi piace il nostro mondo?
 BUONAFEDE
                                                 In fede mia
850a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BUONAFEDE
 Ho due figlie e una serva;
855vorrei...
 CECCO
                  Già v'ho capito,
 le vorreste con voi.
 Andrà per consolarle
 una stella cometa e ad invitarle.
 BUONAFEDE
 Ma le stelle comete
860portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
 conoscer pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.
 BUONAFEDE
 Ha ragion, ha ragion, non so che dire.
 CECCO
865Io le farò venire
 ma però con un patto,
 che vo', senza recarvi pregiudizio,
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BUONAFEDE
 Ma sappia...
 CECCO
                          Io vo' così.
 BUONAFEDE
870Dunque lei l'ha veduta?
 CECCO
                                              Signorsì.
 Una macchina abbiamo
 da cui spesso vediamo
 quel che si fa laggiù nel basso mondo;
 e il piacer più giocondo
875che aver possano i nostri occhi lunari
 è il mirar le pazzie de' vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
 e poi crepa e se ne va.
 Un superbo, senza cena,
880vuol rispetto e pan non ha.
 Un geloso è tormentato.
 Un sapiente è criticato.
 Quasi tutti al vostro mondo
 siete pazzi in verità.
 
885   Chi sospira per amore,
 chi delira per furore,
 chi sta bene e vuol star male,
 chi ha gran fumo e poco sale.
 Al rovescio tutto va.
890Siete pazzi in verità. (Sale nel suo carro e parte col seguito)
 
 SCENA VII
 
 ERNESTO e BUONAFEDE
 
 ERNESTO
 Voi avete due figlie?
 BUONAFEDE
                                        Sì signore.
 ERNESTO
 Fanciulle o maritate?
 BUONAFEDE
                                          Son ragazze.
 E non ho ancora lor dato marito,
 perché non ho trovato un buon partito.
 ERNESTO
895Avete fatto ben. Nel vostro mondo
 due cattivi mezzani
 soglion far qualche volta i matrimoni;
 uno è il capriccio e l'altro è l'interesse.
 Dal primo ne provien la sazietà,
900dal secondo la nera infedeltà.
 BUONAFEDE
 Vussignoria favella
 come appunto parlar deve una stella.
 ERNESTO
 Qui non v'è alcun che dica
 di morir per l'amata;
905non v'è alcun che sia fido ad un'ingrata.
 Non vedrete chi voglia
 nella tasca portar ampolle o astucchi
 con balsami o ingredienti,
 utili delle donne a' svenimenti.
 BUONAFEDE
910Ma, se sviene una donna,
 cosa mai voi le fate?
 ERNESTO
 La facciam rinvenir con bastonate.
 BUONAFEDE
 Questo, per vero dire,
 è un perfetto elisire.
 ERNESTO
915È un elisir che giova;
 e credetelo a me che il so per prova.
 
    Qualche volta non fa male
 il contrasto ed il rigore.
 Sempre pace, sempre amore
920fa languire anco il piacer.
 
    Quando poi cessa lo sdegno
 sente il cor maggior diletto,
 più vigor prende l'affetto
 e moltiplica il goder. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 BUONAFEDE solo
 
 BUONAFEDE
925In verità qui parlano
 tutti da ciceroni. Muto, estatico
 io resto e stupefatto.
 Oh mondo bello assai, mondo ben fatto.
 Qui cantano gl'augelli,
930qui suonan gl'arboscelli;
 ognun gode, ognun ride,
 ognun vive giocondo;
 oh che mondo felice! Oh che bel mondo!
 Me lo voglio goder. Vo' andar girando
935per questa ignota parte... Ma pian piano...
 Sua maestà, mi par, venne di là...
 Forse su quella parte è la città.
 Ma qui vedo altre piante,
 altri fiori, altri frutti... Ah! che ho la mente
940confusa in verità...
 Non so s'abbia d'andar di là o di qua. (Si ode rispondere da diverse parti)
 ECO
 Di qua, di qua, di qua.
 BUONAFEDE
 Oh questa sì ch'è bella!
 Ognuno a sé mi appella
945e mi sento a chiamar di qua e di là.
 ECO
 Di là, di là, di là. (Come sopra)
 BUONAFEDE
 E siam sempre da capo.
 Andar vorrei e non vorrei andare;
 sono fra il sì e il no.
 ECO
950No, no, no, no, no, no. (Come sopra)
 BUONAFEDE
 No di qua, no di là.
 Dunque resterò qui
 sempre fermo così.
 ECO
 Sì, sì, sì, sì, sì, sì.   (Come sopra)
 BUONAFEDE
955Sì, no, là, qua. Che gusto è questo mai!
 Fra tante gioie oimè, io mi confondo.
 Oh che spasso, oh che spasso, oh che bel mondo!
 
    Io sono in selva amena
 un pastor fido in scena.
960Al canto degl'augelli,
 al correr de' ruscelli
 e di zampogne e nacchere
 al dolce zufolar.
 
    Di qua le ninfe ballano...
965Di là l'erbette spuntano...
 I fiori par che ridano...
 D'intorno gl'echi parlano...
 E mille grati zeffiri
 mi stanno a consolar.
970Oh luna mia bellissima!
 Oh quanto sei vaghissima!
 Oh nuova cara patria,
 mi fai tu ravvivar! (Parte)
 
 SCENA IX
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta da due con gl’occhi bendati
 
 LISETTA
 Dove mi conducete?
975Siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
 or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
 Oimè, respiro un poco.
 ECCLITICO
980Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
 voi non v'immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch'io sappia?
 Dormivo ancor nel letto
985quando coloro m'han condotta via
 e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d'esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
 Da ridere mi vien.
 ECCLITICO
                                     Quando la sposa
990del nostro imperator diventarete
 forse allora così non riderete.
 LISETTA
 La favola va lunga.
 Il padrone dov'è?
 ECCLITICO
                                   No, non è morto;
 ma nel mondo lunare egl'è passato
995e anch'io dopo di lui son arrivato.
 LISETTA
 Orsù tali pazzie
 più sofferir non voglio
 e dove, io vo' saper, tende l'imbroglio.
 ECCLITICO
 Ecco il vostro padrone,
1000dimandatelo a lui che lo saprà.
 Io vado a ritrovar sua maestà. (Parte)
 
 SCENA X
 
 LISETTA, poi BUONAFEDE
 
 LISETTA
 Come! Quello è il padrone?
 Perbacco, sì ch'è lui; ma non capisco
 la sua caricatura,
1005oh che moda graziosa, oh che figura!
 BUONAFEDE
 Lisetta...
 LISETTA
                   Mio signor...
 BUONAFEDE
                                            Oh! benvenuta... (Allegro)
 Tu ancora qui con noi?
 Fortunata davver chiamar ti puoi.
 LISETTA
 Ma dove siam?
 BUONAFEDE
                               Nel mondo della luna.
 LISETTA
1010Mi volete ingannar.
 BUONAFEDE
                                       No, te lo giuro,
 questo è il mondo lunar, te l'assicuro.
 LISETTA
 Non mi spiace l'aspetto. E questo mondo
 che rarità contiene?
 BUONAFEDE
                                       Ha tante cose
 che può ben superar senza misura
1015quanto di bel creò madre natura.
 LISETTA
 Chi è costui che vien?
 BUONAFEDE
                                           Oh cospettone!
 China la testa, via.
 LISETTA
                                     Chi è, signore?
 BUONAFEDE
 È il nostro della luna imperatore.
 
 SCENA XI
 
 CECCO con seguito; BUONAFEDE e LISETTA
 
 CECCO
 Olà, che si fa qua. Ma chi è costei
1020del basso mondo ignota forestiera?
 LISETTA
 (Cospetto, cosa vedo!
 Cecco è l'imperator?)
 BUONAFEDE
                                          Sire, è costei
 la pupilla gentil degl'occhi miei.
 CECCO
 Lisetta?
 BUONAFEDE
                  Appunto.
 CECCO
                                      Addio, Lisetta, addio.
 LISETTA
1025Ti saluto, buondì, Cecchino mio.
 BUONAFEDE
 Tu, che sei pazza?
 LISETTA
                                    Un pazzo siete voi.
 Ci conosciamo bene fra di noi.
 CECCO
 Bella, Cecco non son.
 LISETTA
                                         Se non è Cecco
 sarà dunque il notaro.
 BUONAFEDE
1030Zitto che tu vaneggi.
 CECCO
                                        Olà, s'innalzi
 il trono mio real, mentre vogliamo,
 o cara Lisettina,
 dichiararvi lunatica regina. (Dalla parte laterale esce un trono per due persone)
 BUONAFEDE
 (Io non vorrei che il nostro imperatore
1035mi facesse l'onore
 di rapirmi Lisetta).
 CECCO
                                       E ben, che dite?
 Ecco il trono per voi, se l'aggradite.
 LISETTA
 Il trono? Oimè, non so...
 Sono fra il sì e il no.
 CECCO
                                       Eh via, venite.
1040Sia Cecco o sia notaro,
 che cosa importa a voi?
 Dopo ci aggiusteremo fra di noi.
 LISETTA
 (Non mi spiace il pensier).
 BUONAFEDE
                                                    Cara Lisetta,
 non mi lasciar così.
 CECCO
                                      Presto, mia bella,
1045non mi far più crepar.
 BUONAFEDE
                                           Rifletti.
 CECCO
                                                            Vieni,
 che il lunatico sire
 ha gonfio già il polmone.
 LISETTA
 Ma il titol di regina è un gran boccone.
 
    Per questa volta almeno
1050nettatevi la bocca.
 Pazienza aver vi tocca,
 bisogna usar prudenza;
 si tratta, in confidenza,
 di trono e maestà.
 
1055   Già so che mi capite;
 so quanto saggio siete;
 onde lodar dovete
 la mia sincerità. (Finita che sarà l’aria, Cecco dà braccio a Lisetta conducendola sul trono)
 
 BUONAFEDE
 Eccelso imperator, la fortunata
1060solo Lisetta è stata,
 le povere mie figlie
 ancor non hanno avuto la fortuna
 di venire nel mondo della luna.
 CECCO
 Un araldo lunare ha già recato
1065che sono in viaggio e che saran fra poco
 ancor esse discese in questo loco.
 BUONAFEDE
 Ascese vorrà dire e non discese.
 CECCO
 Cosa sapete voi. Il nostro mondo
 come un pallon rotondo
1070dal cielo è circondato;
 e da qualunque lato
 che l'uom verso la luna il cammin prenda,
 convien dir che discende e non ascenda.
 BUONAFEDE
 Sono ignorante, è ver.
 CECCO
                                           Vi consolate,
1075ecco le figlie vostre, ecco osservate.
 
 SCENA XII
 
 A suon di sinfonia vengono sopra d’un carro CLARICE e FLAMINIA. BUONAFEDE le aiuta a scendere; CECCO e LISETTA restano in trono e frattanto sopraggiungono ECCLITICO ed ERNESTO
 
 BUONAFEDE
 Figlie, mie care figlie,
 siate le benvenute. Ah, che ne dite?
 Lunatiche ora siete,
 un mondo goderete
1080pieno di cose belle;
 splenderete quaggiù come due stelle.
 FLAMINIA
 Si vede certamente
 che avete una gran mente.
 CLARICE
 Siete un uom virtuoso senza pari.
1085Cedon gl'uomini a voi famosi e chiari.
 ECCLITICO
 Inchinatevi tosto
 al nostro imperatore.
 ERNESTO
 Grazie rendete a lui di tant'onore.
 FLAMINIA
 Ma colei è Lisetta. (A Buonafede)
 BUONAFEDE
1090Che volete ch'io dica?
 Colei è la felice
 del mondo della luna imperatrice.
 CLARICE
 Oh fortunata invero!
 Mentre quel della luna è un grande impero.
 FLAMINIA
1095Monarca, a voi m'inchino.
 CLARICE
                                                  A voi mi prostro.
 CECCO
 Manco male che voi
 vi siete ricordate alfin di noi.
 CLARICE
 Perdono io vi domando.
 FLAMINIA
 Ed io, signore, a voi mi raccomando.
 CECCO
1100Olà, Espero, udite.
 Questa bella servite,
 conducetela tosto alle sue stanze
 e insegnatele voi le nostre usanze.
 ERNESTO
 Ubbidito sarete. (Le dà di braccio)
 BUONAFEDE
                                  Ehi, ehi, fermate,
1105signor, le figlie mie
 con gl'uomini non van da solo a sola.
 CECCO
 In questo nostro mondo
 le femmine ci van pubblicamente
 e non lo fanno mai segretamente.
 BUONAFEDE
1110Quando è così non parlo.
 FLAMINIA
 Dunque contenta io vado,
 giacché il mio genitor non se ne lagna,
 con Espero gentil che m'accompagna.
 
    Largo, largo, mie signore,
1115via, lasciateci passare,
 le più cose scelte e rare
 di quest'altro nuovo mondo
 dalla cima fino al fondo
 noi vogliamo esaminar.
 
1120   Vedo già... che meraviglia!
 Quante teste coronate!
 Quante donne innamorate!
 Che una schiera di zerbini
 stan zecchini a regalar.
 
1125   Questa sì, la godo assai;
 perché giù le donne tutte
 o sian brutte o che sian belle
 degl'amanti fin la pelle
 vorrian loro scorticar. (Parte servita da Ernesto)
 
 SCENA XIII
 
 CECCO e LISETTA in trono. BUONAFEDE, ECCLITICO e CLARICE
 
 CLARICE
1130Servita è mia sorella;
 ed io cosa farò?
 La mia stella ancor io non troverò?
 CECCO
 Ecclitico, che siete
 del mio trono lunar cerimoniere,
1135con Clarice gentil fate il bracciere.
 ECCLITICO
 Prontamente ubbidisco. (Le dà di braccio)
 BUONAFEDE
                                                Ma signore...
 CECCO
 Sapete voi che siete un seccatore?
 BUONAFEDE
 È ver, sono una bestia. Va' pure,
 va' pur, Clarice mia.
 CLARICE
                                        Vado contenta
1140a contemplar dappresso
 le lunatiche sfere
 col lunatico mio cerimoniere.
 
    Quanta gente che sospira
 di veder cos'è la luna
1145ma non hanno la fortuna
 di poterla contemplar.
 
    Chi non vede il falso crede;
 ciaschedun saper pretende,
 più che studia manco intende
1150e si lascia corbellar. (Parte servita da Ecclitico)
 
 SCENA XIV
 
 BUONAFEDE, CECCO e LISETTA in trono
 
 LISETTA
 Ed io son qui restata
 con poca conclusione,
 come una imperatrice di cartone.
 CECCO
 Mia bella, eccomi a voi.
1155Vi voglio incoronare
 e nello stesso tempo anco sposare.
 LISETTA
 Che piacer, che allegria!
 BUONAFEDE
 (E pur sento un tantin di gelosia).
 Maestà, se vi aggrada
1160vorrei che le mie figlie
 fossero ancor presenti alla funzione.
 CECCO
 Ah, che rotto mi avete il chitarrone.
 Vi saran, vi saran. Olà, l'avviso
 tosto a tutti si dia; e innanzi a noi,
1165che siamo io e voi, (A Lisetta)
 vengano ancor le insegne imperiali
 e si facciano i gran cerimoniali. (Partono i due paggi)
 
 SCENA XV
 
 ECCLITICO, ERNESTO e i due paggi che tornano portando su due bacini uno scettro e una corona e detti
 
 ECCLITICO, ERNESTO A DUE
 
    Al comando tuo lunatico,
 gran signor della Cornipode,
1170con piacer le nostre piante
 noi portiam di nuovo qua.
 Luna, lena, lino, lana,
 lana, lino, lunalà.
 
 CECCO
 
    Cari miei diletti sudditi,
1175con la nostra mezza Cintia
 questa fronte bianca e tenera (Verso Lisetta)
 coronare io voglio già.
 Luna, lena, lino, lana,
 lana, lino, lunalà.
 
 BUONAFEDE
 
1180   (Che linguaggio metaforico!
 Chi sa mai cosa significa!
 È scozzese o pur arabico?
 Nol capisco in verità).
 
 LISETTA
 
    Su, vassalli, cosa fate,
1185perché state fermi là?
 
 BUONAFEDE
 
 Via signori, là portate
 pane, vino e baccalà.
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
 Luna, lena, lino, lana,
 lana, lino, lunalà.
 
 BUONAFEDE
 
1190   Oh che lingua graziosa!
 
 LISETTA
 
 Oh che sorte inaspettata!
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
 Se riesce la frittata
 oh che rider si farà!
 
 SCENA XVI
 
 CLARICE, FLAMINIA e detti
 
 CLARICE, FLAMINIA A DUE
 
    A questa coppia amabile
1195di maestà pienissima,
 la testa con ossequio
 da noi si abbassa in giù.
 Burlicchete, burlacchette,
 brugnocchette e cucù.
 
 BUONAFEDE
 
1200   Cospetto di Tarquinio!
 E voi mie figlie femmine
 parlate ancor lunatiche?
 Io resto un turlulù.
 
 ECCLITICO, CLARICE, FLAMINIA, CECCO, ERNESTO A CINQUE
 
 Burlichette, burlacchete,
1205brugnocchette e cucù.
 
 BUONAFEDE
 
    Che belle cerimonie!
 Cucù, cucù.
 
 A CINQUE
 
                        Burlicchete.
 
 BUONAFEDE
 
 Cucù, cucù.
 
 A CINQUE
 
                        Burlacchete,
 burlicchete, brugnacchete,
1210brugnocchete e cucù.
 
 BUONAFEDE
 
 Cucù, cucù, cucù.
 
 CECCO
 
    Olà, si taccia unquanquo. (Si alza)
 Quel serto a me si dia
 perché Lisetta mia
1215io voglio incoronar.
 
 ECCLITICO
 
    L'imperial diadema
 umile a te presento
 e ognun di noi contento
 deh, fa' tu poi restar.
 
 CECCO
 
1220   V'abbiamo già capito.
 Popoli miei guardate. (Incontra Lisetta)
 Via, presto, incominciate
 la sposa ad acclamar.
 
 A CINQUE
 
    Ndà, ndà, ndò, ndò, ndì, ndina,
1225battochio e campanar.
 
 BUONAFEDE
 
    Oh quanto mi dispiace
 di non saper parlare!
 Però mi vo' provare
 un poco se so far.
 
1230   Signori, anch'io ndindina,
 con lor me ne consolo,
 e le campane a solo
 comincio a battocchiar,
 ndò, ndò, ndò, ndò.
 
 CECCO
 
                                      Che sento!...
 
 ECCLITICO, ERNESTO A DUE
 
1235Sua maestà burlar?
 
 BUONAFEDE
 
 Facevo un complimento
 giammai per corbellar.
 
 CECCO
 
    Orsù le vostre figlie
 noi maritar vogliamo
1240e in dote l'assegnamo
 pecunia nobil dar.
 
 BUONAFEDE
 
    Mi parli un po' più chiaro.
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
 I vostri bei zecchini!
 
 BUONAFEDE
 
 Cioè quei miei quattrini
1245del mondo sublunar?
 
 A TRE
 
 Appunto.
 
 CLARICE, FLAMINIA A DUE
 
                     Sì, signore.
 
 LISETTA
 
 Ce n'ha uno scrigno pieno.
 
 BUONAFEDE
 
 Per me son pronto appieno
 ma inutile mi par.
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
1250Perché?
 
 CLARICE, FLAMINIA, LISETTA A TRE
 
                  Per qual ragione?
 
 BUONAFEDE
 
 Che siamo in altro mondo.
 
 A CINQUE
 
 A questo poi rispondo
 che si farà portar.
 
 BUONAFEDE
 
    E bene mi rimetto.
 
 ECCLITICO
 
1255La chiave ove l'avete?
 
 BUONAFEDE
 
 L'ho qui, l'ho qui, prendete; (Gli dà una chiave)
 ma inutile mi par.
 
 FLAMINIA, CLARICE A DUE
 
    (Il primo passo è fatto.
 Il ciel secondi il resto).
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
1260(Il più bel punto è questo
 la scena a terminar).
 
 CECCO
 
    La man di Clarice
 d'Ecclitico sia;
 e un segno ci dia
1265di gioia il papà.
 
 ECCLITICO
 
    Prendete il mio core. (Le dà la mano)
 
 BUONAFEDE
 
 Burlocchete qua.
 
 CLARICE
 
 Stringete, mio amore.
 
 BUONAFEDE
 
 Burlocchete là.
1270Lafalilolela,
 lafalilolà.
 
 CECCO
 
    Quell'altra la destra
 ad Espero stenda;
 e lieti ci renda
1275suo padre d'un sì.
 
 ERNESTO
 
    Prendete, mia bella.   (Le dà la mano)
 
 BUONAFEDE
 
 Ndindina di qui.
 
 FLAMINIA
 
 Stringete, mia stella.
 
 BUONAFEDE
 
 Ndondona di lì.
1280Battocchio, campana,
 ndindana, ndì, ndì.
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
    Finita è la commedia. (Cecco e Lisetta scendono dal trono)
 
 CLARICE, FLAMINIA, LISETTA A TRE
 
 Sposino, dunque andiamo.
 
 A SEI
 
 E grazie pria rendiamo
1285a chi ce l'accordò.
 
 BUONAFEDE
 
    Commedia! Cosa dite?
 
 ECCLITICO, CECCO, ERNESTO A TRE
 
 Udite, amico, udite;
 miglior mi spiegherò.
 
    Buonafede, tondo tondo
1290come il cerchio della luna,
 ritornare all'altro mondo
 per le poste adesso può.
 
 CLARICE, FLAMINIA, LISETTA A TRE
 
    E noi altre spose belle
 qui per sempre resteremo
1295maritate con tre stelle
 come lei ci destinò.
 
 BUONAFEDE
 
    Ah bricconi, v'ho capito,
 son da tutti assassinato,
 ma tu sei che m'hai tradito, (Ad Ecclitico)
1300per Baccon, t'ammazzerò.
 
 A SEI
 
    Via, non fate più susurri.
 
 BUONAFEDE
 
 Voglio fare un precipizio.
 
 A SEI
 
 Via, prudenza, via, giudizio,
 via, non fate più rumor.
 
 BUONAFEDE
 
1305   Cannocchiale malandrino. (Ad Ecclitico)
 Falsa stella traditrice... (Ad Ernesto)
 Ah briccona mentitrice... (A Lisetta)
 Ah villissimo impostor... (A Cecco)
 
 ECCLITICO, ERNESTO A DUE
 
 Signor suocero...
 
 CECCO
 
                                 Padrone...
 
 BUONAFEDE
 
1310Ov'è un legno, ov'è un bastone...
 
 LISETTA
 
 Mi sentite...
 
 CLARICE, FLAMINIA A DUE
 
                         No, non fate...
 
 BUONAFEDE
 
 Non ti sento... Vi scostate...
 
 ECCLITICO, ERNESTO, CECCO A TRE
 
 Col bastone a un uom d'onore?...
 
 BUONAFEDE
 
 Quel che merta un impostore...
 
 LISETTA
 
1315Mio signor...
 
 BUONAFEDE
 
                          Non sento un cavolo...
 
 CLARICE, FLAMINIA A DUE
 
 Caro padre.
 
 BUONAFEDE
 
                         Andate al diavolo.
 Sono un toro già stizzato,
 pien di bile e di furor.
 
 A DUE
 
 Come un toro è già stizzato,
1320pien di bile e di furor.
 
 BUONAFEDE
 
    Tutti nemici e rei,
 tutti tremar dovete;
 perfidi, lo vedrete,
 per voi non v'è pietà.
 
 A SEI
 
1325   È ver, noi siamo rei
 ma padre sempre siete;
 le furie sospendete,
 calmate per pietà.
 
 Fine dell’atto secondo